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Mato Grosso do Sul (Brasile), oggi. I fazendeiros conducono la loro esistenza ricca e annoiata. Possiedono campi sterminati con coltivazioni transgeniche e trascorrono le serate con i turisti venuti a guardare gli uccelli (i birdwatchers). Ai limiti delle loro proprietà cresce il disagio degli indios che di quelle terre erano i legittimi abitanti. Costretti in riserve, soprattutto i giovani spesso si suicidano non avendo prospettive. Proprio uno di questi suicidi scatena la ribellione. Guidati da un capo, Nadio (Ambrosio Vilhava), e da uno sciamano, un gruppo di loro si accampa all´esterno di una proprietà per reclamare la restituzione delle terre. Due mondi contrapposti si fronteggiano. Si fanno una guerra, prima metaforica e poi reale. Ma non cessano mai di studiarsi. Sono soprattutto i giovani che hanno la ´curiosità dell´altro´. Una curiosità che metterà in relazione profonda il giovane apprendista sciamano Osvaldo (Abrisio da Silva Pedro) e la figlia (Chiara Caselli) di un fazendeiro.
Claudio Santamaria e Chiara Caselli si sono immediatamente innamorati del progetto di Bechis e lo hanno seguito in Brasile, per indossare ipanni di due fazendeiros bianchi, assediati dagli indios, che rivendicano il diritto a possedere le terre che abitano da secoli e a mantenere viva la loro identità. Al centro del racconto, narrato come un western moderno (Bechis ha fatto vedere agli indios C´era una volta il west di Sergio Leone), la storia vera del popolo Kaiowa che ha visto le sue terre sequestrate e trasformate dai bianchi. "Quello che volevo - ha detto Bechis - era rovesciare lo schema dei film alla Mission. Qui gli indigeni sono i protagonisti e sullo sfondo rimangono i bianchi".
Mato Grosso do Sul (Brasile), oggi. I fazendeiros conducono la loro esistenza ricca e annoiata. Possiedono campi sterminati con coltivazioni transgeniche e trascorrono le serate con i turisti venuti a guardare gli uccelli (i birdwatchers). Ai limiti delle loro proprietà cresce il disagio degli indios che di quelle terre erano i legittimi abitanti. Costretti in riserve, soprattutto i giovani spesso si suicidano non avendo prospettive. Proprio uno di questi suicidi scatena la ribellione. Guidati da un capo, Nadio (Ambrosio Vilhava), e da uno sciamano, un gruppo di loro si accampa all´esterno di una proprietà per reclamare la restituzione delle terre. Due mondi contrapposti si fronteggiano. Si fanno una guerra, prima metaforica e poi reale. Ma non cessano mai di studiarsi. Sono soprattutto i giovani che hanno la ´curiosità dell´altro´. Una curiosità che metterà in relazione profonda il giovane apprendista sciamano Osvaldo (Abrisio da Silva Pedro) e la figlia (Chiara Caselli) di un fazendeiro.
Claudio Santamaria e Chiara Caselli si sono immediatamente innamorati del progetto di Bechis e lo hanno seguito in Brasile, per indossare ipanni di due fazendeiros bianchi, assediati dagli indios, che rivendicano il diritto a possedere le terre che abitano da secoli e a mantenere viva la loro identità. Al centro del racconto, narrato come un western moderno (Bechis ha fatto vedere agli indios C´era una volta il west di Sergio Leone), la storia vera del popolo Kaiowa che ha visto le sue terre sequestrate e trasformate dai bianchi. "Quello che volevo - ha detto Bechis - era rovesciare lo schema dei film alla Mission. Qui gli indigeni sono i protagonisti e sullo sfondo rimangono i bianchi".